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lunedì 8 febbraio 2010

Carnevale a Modena

"T 'ee pròpria un sandròun!"
(Sei davvero un sandrone!)

dare"del sandrone" a qualcuno, qui a Modena, equivale a dirgli bonariamente che è uno stupidotto, un sempliciotto.

SANDRONE e la sua famiglia: le tre maschere di Modena

Lui, Sandrone, il capofamiglia, il padrone, il “Rezdòr”, arguta e bonaria figura di campagnolo;

Pulonia, sua moglie, donna sottomessa al marito e senza mire femministe, espressione vera della “rezdòra” direttrice della famiglia;

Sgorghiguelo, loro figlio, ragazzo dagli eterni vent’anni che rappresenta i fermenti giovanili sempre attuali: ignorantello ma furbo.

                                                      
Lo sproloquio di Sandrone e della Famiglia Pavironica dal balcone del Palazzo Comunale è l'appuntamento più atteso del Carnevale modenese e richiama in Piazza Grande  tantissime persone di tutte le età.

L'avvenimento si svolge come da tradizione nel pomeriggio del giovedì grasso, che quest'anno cade l'11 febbraio.

Accompagnato dalla moglie Pulonia e dal figlio Sgorghiguelo, Sandrone Pavirone del Bosco di Sotto di Modena è la maschera di un contadino ottocentesco, rozzo ma furbo, scaltro e molto attento al proprio portafoglio.

Rapportato ai tempi moderni rappresenta la persona poco colta, stupita e imbranata nei confronti del "nuovo" che avanza, ma che cerca di aggiornarsi e di formarsi comunque una propria idea su tutto, senza paura di esprimere il proprio parere.

Sandrone commenta i principali avvenimenti che hanno riguardato la città nell'anno appena trascorso, mette alla berlina gli amministratori e le personalità cittadine, segnalando problemi e disfunzioni, con un particolare riguardo verso l'amministrazione della cosa pubblica.

Ridicolizza le "piccole" voglie della gente facendone notare l'inutilità, parla dei giovani, spesso incuriosito ma anche inorridito dalle nuove mode, si lamenta delle spese eccessive e alla fine tutti si aspettano che scherzi anche sulla Ferrari e sulle squadre di calcio del Modena e del Sassuolo.
Prendono poi la parola anche la Pulonia, la "rezdora", una donna pratica di altri tempi, e infine il figlio Sgorghiguelo, il prototipo del ragazzaccio sciocco, malizioso e fannullone, sempre pronto alla chiacchera facile e dissacrante.

Prima del discorso dal balcone le palazzo comunale, in Piazza Grande, la famiglia Pavironica parte con un corteo alle 14 dalla Stazione FS di Modena verso il cuore della città.

Sandrone, la Pulonia e Sgorghiguelo sfilano nelle vie e nelle piazze del centro di Modena su un'antica carrozza trainata da due cavalli e con valletti vestiti con eleganti costumi settecenteschi.

Il corteo è preceduto da una fanfara carnevalesca e da diverse maschere provinciali, regionali e nazionali.

Alle 16 è previsto lo sproloquio e successivamente, dopo il saluto al sindaco, la festa prosegue davanti all'Accademia Militare in piazza Roma e poi in piazzale San Domenico presso la sede della "Società del Sandrone", l'associazione che dal 1870 organizza il Carnevale modenese e programma le attività e gli interventi nei vari comuni modenesi delle tre maschere.

Secondo la tradizione, ogni anno il discorso inzia più o meno allo stesso modo (con le varianti legate all'attualità del momento) :

“Mudnés ed raza e mudnés d’alevamèint; mudnés importé e mudnés ed passàg’; mudnés ch’a sì chè e mudnés luntàn da Mòdna per bisègn, a-v salut”
(Modenesi di razza pura e modenesi d’allevamento; modenesi importati e modenesi di passaggio; modenesi che siete qui e modenesi lontani da Modena per necessità, vi saluto!).

E questo è uno dei commiati più usati negli ultimi anni:

 “Adèsa l’è òra ed salutèrev e augurèr a tòtt un bòun carnevèl e una bòuna anèda pina ed felizité, pès e armonia. E tgnìv sèimper stréch a la piòpa, ch’l’è cla piòpa sàcca, èlta e drétta, piantèda in d’l’umbréghel ed Mòdna, ch ‘la s ‘ciama Ghirlandèina”
(Adesso è giunta l’ora di salutarvi e augurare a tutti un buon carnevale e una buona annata piena di felicità, pace e armonia. E tenetevi sempre stretti alla pioppa, che è quella pioppa secca, alta e dritta, piantata nell’ombellico di Modena, che si chiama Ghirlandina!).

LE ORIGINI DI SANDRONE

Due sono le ipotesi.

Secondo la prima di esse, Sandrone sarebbe una maschera tipicamente modenese creata, circa un secolo e mezzo fa, dall’estro del burattinaio carpigiano Luigi Rimini, detto “Campogalliani”, e del di lui genero Giulio Preti.

Secondo l’altra ipotesi, la maschera di Sandrone sarebbe divenuta popolare nel corso delle feste carnevalesche della Corte Estense.

Si narra che, a quei tempi, vigeva l’usanza di invitare a Corte, ogni anno a Carnevale, un contadino notoriamente rustico e zotico, affinché i cortigiani, beffeggiandolo e sottoponendolo a imbarazzanti quesiti, ne traessero diletto.

Accadde però che un anno, lo zimbello di turno fosse un certo Alessandro Pavironi, nativo - si disse - del Bosco di Sotto, il quale non era certo privo di senno e genialità.
Lo dimostrò rispondendo con tale sagacia e arguzia alle domande postegli, da mettere in imbarazzo i suoi incauti interlocutori.

Da quella volta, la figura di Alessandro, detto “Sandrone” per la sua ragguardevole corporatura, divenne ambita prerogativa carnevalesca di illustri personaggi del Ducato che si contesero il privilegio di impersonarla.                              

(fonti: sito della società del sandrone e portale della provincia di Modena)

FIN DA QUANDO HO MEMORIA , OGNI GIOVEDI' GRASSO, ASPETTO CON GIOIA LO SPROLOQUIO DAL BALCONE DEL MUNICIPIO. DA PICCOLA MI CI PORTAVA MIA NONNA. MI TENEVA STRETTA PER MANO PERCHE' NON MI PERDESSI, TRA TUTTA QUELLA GENTE. E LA VEDO ANCORA RIDERE DI GUSTO .  









1 commento:

  1. Tanto perché tu non dica che questo post non è stato letto da nessuno! (ih ih ih).

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Considerazioni, riflessioni e commenti sono molto graditi. Grazie.

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