Il personaggio a sinistra - nel polittico di Simone Martini - è Geminiano, il santo protettore di Modena, la mia città.
Il bel libro di pietra - la cattedrale patrimonio dell'Umanità insieme alla Torre e alla Piazza Grande- è la sua casa, la casa di Geminiano.
I modenesi credenti e non , sono molto legati alla figura di quest'uomo vissuto nel lontano quarto secolo dell'era cristiana; talmente tanto legati da autodefinirsi "Zemiàn", Geminiani, se nati entro le mura cittadine.
Una delle più famose e belle leggende legate a questo santo è magistralmente raccontata da Giancarlo Silingardi nel suo libro "Modena nei secoli"; libro che ho spesso letto alle mie classi con grande successo di ascolto da parte dei bambini.
Una narrazione conosciuta da tutti, qui a Modena. lo ho la fortuna di ricordarla narrata dalla voce di mia nonna .
Il 452 d.C., Geminiano era morto già da alcuni decenni, ... "...fu l'anno della grande paura in tutta Italia. Gli Unni, barbari terribili, cavalcarono al di qua delle Alpi, incendiarono case, distrussero città. Il cielo si tinse di rosso.
Ogni giorno portava una cattiva notizia. L'Italia era invasa. Le avanguardie dell'esercito dei barbari erano state viste a Reggio. Venivano dal nord, avevano preso città che sembravano imprendibili. Orleans, Metz, Piacenza, Aquileia. Ognuna era un ricordo. La pioggia delle frecce che spazzavano le mura. I getti di pietra, le porte sfondate con i tronchi d'alberi tagliati nelle foreste. Gli abitanti sgozzati davanti alle porte delle case. Le case saccheggiate. Le città distrutte. L'ordine del Vescovo fu lo stesso. Pregare davanti all'arca di San Geminiano. I lumi erano sempre accesi, giorno e notte. Le scolte armate erano sulle torri. Una mattina alcuni paesani arrivarono in città. Erano terrorizzati. Pattuglie di cavalieri erano sulla via Emilia. Li avevano visti da lontano. Erano vestiti di pellicce, esseri piccoli e deformi, mostriciattoli, avevano visi gialli, lance, fionde, lanciavano grida gutturali. Cavalcavano verso Modena. La città era laggiù, tutta bianca sotto il sole d'aprile. Era una giornata chiara e non una nuvola in cielo, ma dopo un poco il sole s'oscurò e un nebbione fitto, come mai s'era visto, calò sulla terra. Non ci si vedeva ad un palmo dal naso. Per tutta la giornata gli Unni vagarono nella nebbia scura. Vedevano solo le selci della strada e un tratto di siepe. Non altro. Soltanto quando furono giunti ben lontano dalla città, un raggio di sole squarciò il buio e si rivide il cielo azzurro. A quell'ora, in chiesa le donne e gli uomini, in ginocchio davanti al sepolcro di San Geminiano, pregavano ancora. Qualcuno gridava al miracolo ... " ...
Ogni giorno portava una cattiva notizia. L'Italia era invasa. Le avanguardie dell'esercito dei barbari erano state viste a Reggio. Venivano dal nord, avevano preso città che sembravano imprendibili. Orleans, Metz, Piacenza, Aquileia. Ognuna era un ricordo. La pioggia delle frecce che spazzavano le mura. I getti di pietra, le porte sfondate con i tronchi d'alberi tagliati nelle foreste. Gli abitanti sgozzati davanti alle porte delle case. Le case saccheggiate. Le città distrutte. L'ordine del Vescovo fu lo stesso. Pregare davanti all'arca di San Geminiano. I lumi erano sempre accesi, giorno e notte. Le scolte armate erano sulle torri. Una mattina alcuni paesani arrivarono in città. Erano terrorizzati. Pattuglie di cavalieri erano sulla via Emilia. Li avevano visti da lontano. Erano vestiti di pellicce, esseri piccoli e deformi, mostriciattoli, avevano visi gialli, lance, fionde, lanciavano grida gutturali. Cavalcavano verso Modena. La città era laggiù, tutta bianca sotto il sole d'aprile. Era una giornata chiara e non una nuvola in cielo, ma dopo un poco il sole s'oscurò e un nebbione fitto, come mai s'era visto, calò sulla terra. Non ci si vedeva ad un palmo dal naso. Per tutta la giornata gli Unni vagarono nella nebbia scura. Vedevano solo le selci della strada e un tratto di siepe. Non altro. Soltanto quando furono giunti ben lontano dalla città, un raggio di sole squarciò il buio e si rivide il cielo azzurro. A quell'ora, in chiesa le donne e gli uomini, in ginocchio davanti al sepolcro di San Geminiano, pregavano ancora. Qualcuno gridava al miracolo ... " ...
Il 31 gennaio, anniversario della morte di Geminiano, qui è festa grande !
Ogni anno sono previste più di 500 bancarelle per la fiera che anima il centro storico.
Qui alcune mie immagini di qualche anno fa:
E QUI le immagini del grande "nevone" del
31 gennaio 2010
Con la speranza di fare presto il bis !
Ciao Sandra, che belle queste narrazioni!
RispondiEliminaLa mia mamma aveva un libro intitolato "Leggendario dei Santi" e a volte mi leggeva storie simili di questo o quel Santo…Buona giornata e buon fine settimana!!
Carmen
ciao Sandra, molto bella questa storia di san Giminiano, grazie, non la conoscevo, ogni citta' al suo santo, complimenti per il video e l'immagine con la nevona, io spero che non nevichi.)
RispondiEliminaciao buon week end a presto rosa.
Cara Sandra, veramente interessante questo post! Narrazioni perfette e molto interessanti.
RispondiEliminaCiao e buona giornata cara amica.
Tomaso
E' sempre un piacere vederti comparire.
RispondiEliminaBelle le tue immagini con la loro aria di festa, ma non ho visto la 'corrida' !
Cristiana
Bello il polittico di Simone Martini e interessantissimo il tuo post, comprese le foto del "nevone".
RispondiEliminaGrazie, Sandra, e un abbraccio!!!
Cara Sndra, ci avevi parlato di tutto questo quando siamo venuti a Modena. Serena domenica. Un abbraccio.
RispondiEliminami piace quest'aria di festa, la neve poi rende tutto magico,
RispondiEliminaspero che la tua richiesta di nevone sia stata accolta! buona domenica, Laura
Bellissimo post,grazie dell'emozione e per aver condiviso,buona domenica Sandra.
RispondiEliminaQuesto tuo post, cara Sandra, completa e arricchisce il racconto che ci avevi fatto durante quella lunga lunga passeggiata alla scoperta della tua città.
RispondiEliminaModena mi attira sempre più. Devo assolutamente trovare il modo di venire a visitarla :)))
RispondiEliminaChe piacevole lettura. Ero passato per un saluto, sicuro di rilassarmi un po.
RispondiEliminaCiao Sandra, buona serata.
Complimenti x il bellissimo post!
RispondiEliminaVolevo anche ricordarti che ho inserito lo spassoso racconto di mio cugino in dialetto vicentino sul campanile mai ultimato a Lugo di Vicenza...come mi avevi suggerito!
Buona domenica!
Ammirevole la tua foto!
Queste storie me le raccontava mia nonna. Lei aveva una religiosità tutta fatta a suo modo. Grazie Carmen.
RispondiEliminaOrmai non nevica più Rosa, passiamo dal lungo autunno alla primavera.
RispondiEliminaBuona settimana.
Grazie mille Tomaso.
RispondiEliminaGrazie Cristiana, sei sempre presente. Io cercherò di latitare un po' meno....promesso!
RispondiEliminaGrazie Annamaria, un abbraccio anche a te.
RispondiEliminaGrazie Erika...devi venire a Modena una delle prossime sagre di Geminiano!
RispondiEliminaNo , niente nevone Laura. Niente di niente. Ormai è quasi primavera, anzi!
RispondiEliminaGrazie Achab. Grazie per la tua presenza.
RispondiEliminaRifarei volentieri ancora quattro passi, Ambra.
RispondiEliminaTi aspetto Cri !
RispondiEliminaContenta del mio effetto relax. Grazie Carlo.
RispondiEliminaBrava Arianna, adoro provare a leggere i dialetti !
RispondiElimina