***************************************************************************************************************************************************************************
*TRADIZIONI*LETTURE*RICORDI*
POESIE*PITTURA E
ARTE
*STORIA E
STORIE*VIAGGI*FOTOGRAFIE*MUSICA*RICETTE*CHIACCHIERE*UMORISMO*RIFLESSIONI*SOGNI E DESIDERI*AFFETTI*PASSIONI ... tutto ciò che rende interessante la vita.
Perché "...sono cortesie minuscole, un fiore, un boccio, un libro, sono loro a deporre i semi del sorriso..." Emily Dickinson
**************************************************************************************************************************************************************************

sabato 8 gennaio 2011

I SEI RAGAZZI DELLE FONDERIE


"Mercoledì 11 gennaio 1950. Modena, centro città,Via Emilia lato nord.
Lei è tesa, preoccupata, ansiosa. E' andata a trovare sua mamma che abita vicino alla stazione, in via Palestro.
Deve rientrare a casa ed ha una certa fretta.
Il latte preme e comincia a bagnarle il golfino sotto il cappotto.
Sandra, la sua bimba, ha tre mesi appena; sicuramente starà già piangendo e la suocera comincerà ad essere preoccupata "Ma quando arriva 'sta benedetta ragazza?Lo sa che la bimba deve mangiare!" 
Lei percorre la via Emilia alla ricerca di un varco per  attraversarla: casa sua è dall'altra parte, in via Sant'Agostino. Ma non si passa. La Celere blocca tutto. Non la lasciano attraversare. Sono in corso i funerali di quei sei ragazzi. I ragazzi delle Fonderie..."

 Le Fonderie Riunite erano una presenza importante a Modena. Il  padrone ( e mai appellativo fu più giusto) era  il conte Adolfo Orsi,  proprietario anche  di altre fabbriche metalmeccaniche, di  imprese commerciali, di cave nel Bresciano, di vasti possedimenti terrieri.
Voleva  poter disporre a piacimento di  tutti gli oltre cinquecento dipendenti: assunzioni, licenziamenti...tutto quanto. Di Commissione Interna e di sindacalisti proprio non ne voleva sentire parlare. La lettera di licenziamento per tutti era partita il 3 dicembre e il 5 dello stesso mese, con un'altra lettera, aveva fatto  presente l'intenzione di  riassumerne nemmeno la metà; ovviamente quelli non politicizzati e che non avessero legami con il Sindacato.......
......il 9 gennaio i Celerini fecero fuoco, in tempi diversi, su una manifestazione operaia indetta per protestare contro i licenziamenti. 
Fu un vero e proprio "tiro al piccione".
Vennero uccisi in sei  : Angelo Appiani di 30 anni, Renzo Bersani di 21 anni, Arturo Chiappelli di 43 anni, Ennio Garagnani di 21 anni, Arturo Malagoli di 21 anni, Roberto Rovatti di 36 anni. E furono tantissimi i feriti; molti dei quali, per paura di ritorsioni, non si presentarono all' ospedale per le necessarie cure.

L'11 gennaio è giorno dei funerali; la mia mamma fa  tardi e la nonna paterna ha il suo bel daffare per rabbonire la mia fame.
Quante volte ho sentito questo racconto a casa mia. Il racconto di quei giorni di dolore stupito e impietrito.
BAMBINO DI MODENA
Perché in silenzio, bambino di Modena
il gioco di ieri non hai continuato?
“Non è più ieri: ho visto la Celere
quando sui nostri babbi ha sparato.
Non è più ieri, non è più lo stesso:
ho visto, e so tante cose, adesso.
So che si muore una mattina
sui cancelli dell’officina,
e sulla macchina di chi muore
gli operai stendono il tricolore.”

Gianni Rodari, “Bambino di Modena”-1950
****
9 gennaio 1950-9 gennaio 2011

37 commenti:

  1. Questo post non può che suscitare una grande emozione.
    Mi ricordo bene di questo triste episodio; non di quando accadde, perché ero ancora troppo piccola, ma nelle nostre case se ne parlò ancora a lungo negli anni successivi. Ricordo che in molte cucine di famiglie operaie (non avevamo salotti o soggiorni, allora) era appeso un quadretto con il volto dei sei operai uccisi, davanti a lumino acceso, in segno di omaggio e di rispetto.
    Ricordo anche che Marisa Malagoli, la sorellina di una delle vittime, fu adottata da Palmiro Togliatti e Nilde Jotti.

    RispondiElimina
  2. Storia molto commovente e di cui non avevo mai sentito parlare. Hai fatto bene ad inserirla in un post.
    Starai già dormendo, penso....ed allora ti auguro che domani la giornata ti sorrida.
    Io non ho sonno.
    Ciaoo
    erika

    RispondiElimina
  3. Che triste storia, ma è importante non dimenticare per evitare che si ripeta.Un abbraccio Sandra

    RispondiElimina
  4. Grazie per aver alimentato la memoria...io non ero nata, ovviamente, e ho ricordi molto vaghi di questo episodio. Per questo è bene avere qualcuno che me ne parla. Ancora grazie.

    RispondiElimina
  5. che triste storia :( non la conoscevo!!

    ciao sandra un abbraccio!

    RispondiElimina
  6. Un storia triste ma mi ha fatto piacere che hai voluto condividerla con noi. Ritengo che a volte esternare le proprie emozioni sia un sollievo
    Ti abbraccio

    RispondiElimina
  7. Non ricordavo...quante vite spezzate.
    E' giusto ricordare, Sandra!
    Baci alla bimba affamata di allora.

    RispondiElimina
  8. Tu le chiami -forze dell'ordine- certo non accuso quei poliziotti di allora ma chi era a comandarli sì, il ministro democristiano Scelba, e non uso mezze parole quel ministro e De Gasperi che c'e lo teneva non sono certo nel-cuore di vecchi operai, di contadini, di disoccupati di allora.
    Io mi ricordo di una manifestazione pacifica quando arrivarono i celerini e botte da orbi, io fui colpito al braccio sinistro dal calcio di un moschetto avevo 14 anni. Quando vedo una piazza e una via intestata a de Gasperi provo un senzo di disprezzo.

    RispondiElimina
  9. Quando qualche politico ipocrita si riempe la bocca delle parole "popolo", "italiani"," lavoro" si dovrebbero ricordare questi "fatti".
    Grazie Sandra, davvero importante il tuo ricordo!

    RispondiElimina
  10. sono sconcertata!Non sapevo di qeusta vicenda,sono nata solo nel 70...ma sono rimasta allibita nel leggere che dei poliziotti hanno potuto far fuoco su degli operai disarmati.
    Non mi capacito,che siano stati uccisi 6 giovani....
    Non so chi sia stato questo Scelba e neanche de Gasperi,ma se sono stati loro a dare l'ok per far fuoco su persone inermi,si dovrebbero solo vergognare si essere...o essere stati,degli Italiani.
    Baci
    lu

    RispondiElimina
  11. Un racconto doloroso, che fa male. Splendido il palcoscenico che gli hai creato intorno: la tua mamma che cerca disperatamente di tornare da te perché è il tempo dell'allattamento. Il contrasto tra la violenza e l'innocenza di una bimba rende la scena ancora più commovente.

    RispondiElimina
  12. Cra Krilù la memoria storica tua e della tua famiglia è preziosa. E' esattamente come dici tu. Questi fatti gravissimi ebbero risonanza nazionale ed oltre. vanno insriti in un periodo storico davvero molto difficile del nostro Paese. La memoria ...eh, la memoria. Su di essa si costruisce il futuro. Ho tanti timori proprio in considerazione di ciò.

    RispondiElimina
  13. Cara Erika...ormai buona serata. Ho preso un po' le distanze dal pc. Nel senso che mi sto dando dei tempi: ho acceso alle 15,00. Mattinata spesa a "smontare" il Natale :0(
    Hai fatto molto tardi la scorsa notte....

    RispondiElimina
  14. Cara Mirta, purtroppo si è ripetuto. Dieci anni dopo, 7 luglio 1960, Reggio Emilia. Cinque morti per opera della polizia di Tambroni, poi costretto alle dimissioni....

    RispondiElimina
  15. Grazie Stella. Non sai quante volte la mamma me lo ha raccontato!

    RispondiElimina
  16. Carissimo Maresco , hai ragione. Occorre dare il nome giusto alle cose. Non "forze dell'ordine" ma la famigerata Celere di Scelba!
    Ho cambiato dicitura nel post ed ho anche aggiunto una foto ritrovata solo oggi. Grazie mille.
    Quanto al disgusto comprendo fino in fondo.

    RispondiElimina
  17. Grazie Lu. Ti ringrazio per la tua sincera partecipazione al mio racconto.

    RispondiElimina
  18. grazie Sandra x q.sto post, io non ero nata ma dall'adolescenza in poi si è sempre parlato e bisognerebbe ancora parlarne per i ns figli che non lo sanno e per quelli della mia età che spesso ignorano.glo

    RispondiElimina
  19. E' un contrasto che ho cercato, Ambra. Felice di esserci riuscita. Grazie !

    RispondiElimina
  20. Ciao Gloria, ci stiamo incrociando nei commenti!! Sì, credo che non debba andare dispersa quella che viene chiamata "la memoria".

    RispondiElimina
  21. Ciao Sandra! Non conoscevo questo episodio! E il racconto che ne hai fatto ,mescolando alla tua vita,a quando eri cosi' piccina,mi ha veramente emozionato! Un abbraccio!E tanti bacioni dalla tua bozzolina!

    RispondiElimina
  22. Grazie Rita. Quando i racconti comunicano emozione raggiungono il loro scopo.

    RispondiElimina
  23. Conosco questa pagina nera della lotta operaia in Italia.Oggi molti parlano di flessibilità e anche i vari ricatti fatti ai lavoratori ultimamente,ci fa ritornare indietro proprio agli anni'50.Hai fatto molto bene a ricordare questa storia ,che serve a far riflettere molte persone,prima di calpestare i diritti che anche noi giovani abbiamo.Salutoni a presto

    RispondiElimina
  24. Questa testimonianza dovrebbe essere letta con gli occhi dell'anima dalle nuove generazioni,ho sempre più timore che questi ragazzi non conoscano i fatti dolorosi e veri che sono accaduti nel nostro Paese.Bellissimo post,grazie Sandra.E auguri anche al tuo splendido blog!Un bacione,buona Domenica!

    RispondiElimina
  25. Ciao Sandra,scusa il ritardo,non conoscevo questa vicenda(e io sono un appassionato di storia),dovrebbero insegnarle a scuola per far si che non si perda la memoria......

    RispondiElimina
  26. Proprio e soprattutto per il futuro dei giovani. Grazie Cavaliere.

    RispondiElimina
  27. Grazie per la tua sensibilità e la tua presenza, Shiri.

    RispondiElimina
  28. E' esattamente quello che penso anch'io Franz. Non ti scusare, sono mille le cose da fare in una giornata e tanti gli amici da leggere...anch'io sono spesso in ritardo. ;O)

    RispondiElimina
  29. ..passare e trovare molta "vita".
    ..anche il dolore insegna.
    ciao Vania

    RispondiElimina
  30. Ciao Sandra, neppure io conoscevo questo triste episodio, ma i miei genitori mi raccontavano cose simili accadute da noi però nei primi anni del novecento..In questo periodo di precarietà ed incertezze nel mondo del lavoro, temo davvero che si torni indietro e che tante conquiste fatte col sangue vengano spazzate via..se al centro c'è solo il denaro e non la persona.
    Ho un premio per te, se lo desideri..dopo un argomento tanto serio mi sento un po'frivola ma l'hanno assegnato anche a me e volevo condividerlo!
    Carmen

    RispondiElimina
  31. L'anno scorso o due anni fa ho pubblicato sul mio blog un video su questa vicenda. E' molto interessante.
    Ottimo post.
    Giorgio

    RispondiElimina
  32. Drammatica, tesa ed umanissima memoria di un tragico episodio che con il racconto che me ne venne fatto entrò nel mio personale processo di formazione. Un abbraccio commosso e sincero.

    RispondiElimina
  33. Ricordare certe tragedie direi che è quasi necessario. Io, purtroppo, della "celere" di scelba ne ho un gran brutto ricordo. A 18 anni, quando ci fu l'attentato a Togliatti, ne "gustai"
    le delizie per fortuna solo di manganellate.

    RispondiElimina
  34. Sandra, non conoscevo questa triste storia.
    Grazie
    Onore alla Memoria.
    Buona settimana.

    RispondiElimina
  35. che tristezza... non conoscevo questo drammatico evento...
    è importante non dimenticare!

    RispondiElimina

Considerazioni, riflessioni e commenti sono molto graditi. Grazie.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...