Un osannato direttore dell'orchestra Bolshoi di Mosca viene allontanato in epoca comunista per essersi rifiutato di licenziare i musicisti ebrei. Venticinque anni dopo l'uomo lavora ancora in teatro come custode e aiuta la moglie a ingaggiare comparse a pagamento per finte manifestazioni d'orgoglio ex-comunista. Un giorno intercetta un invito per il teatro Chatelet di Parigi e decide di riscattarsi dalle umiliazioni con l'inganno, accettando l'ingaggio al posto dell'orchestra ufficiale. Riunisce così i vecchi compagni di concerto e qualche improbabile new entry.
C'è molto di " slavo " in questo film , la profonda gioia di vivere e divertirsi, l'arte di arabattarsi, la malinconia di fondo. Gli attori sono divertenti e commoventi.
Bravissimo Dimitri Nazarov nel ruolo di ex impresario e nostalgico comunista dei tempi che furono ma consapevole anche dei suoi errori e pronto a riscattarli.
Mette in scena parecchi stereotipi: prende in giro quel che è rimasto della vecchia Russia, gli ebrei e la loro capacità di arrangiarsi, gli ex-comunisti e la loro nostalgia, gli zingari e i loro imbrogli. .....ma credo che sia voluto ; è come un modo per miscelare il grottesco con il reale . Nella parte finale Ciajkovskij esplode in tutta la sua romantica forza, ed è un lungo momento di pura gioia cinematografica. Mi ha molto disturbato il doppiaggio: una sorta di italiano con accento russo da barzelletta ...peccato. Comunque...DA VEDERE.
Regia: Radu MihaileanuSceneggiatura
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