...la "Bunéssma", statuetta del XIII secolo.
Da più di cinquecento anni è situata a ridosso di uno spigolo del Palazzo Comunale. La sua prima collocazone fu in Piazza, nei pressi dell'abside del Duomo, dove si trovava l'Ufficio della Buona Stima addetto ai controlli di pesi e misure in ambito mercantile. Allora era appoggiata su un enorme masso di marmo sul quale erano scolpite le varie misure dell'epoca: il passo, il braccio, la mina da biada e ...perfino la suola delle scarpe.
La statua è composta da due parti: una testa in marmo greco e un corpo in calcare cristallino. Difficile è stabilire l’autore dell’opera, ma secondo alcuni lo stile ed il vestiario la farebbero attribuire al Maestro delle Metope del Duomo.Conosciutissima in città, è luogo per appuntamenti: "Ci vediamo sotto la Bonissima...".
E' anche sinonimo di persona curiosa, pettegola e conosciuta da tutti, proprio come la statuetta che dall'altro della sua posizione nella piazza può vedere e controllare tutto quello che succede. (Foto)
Ma...chi era questa Signora?
Alcuni sono convinti che la statuetta rappresenti Matilde di Canossa con in mano un melograno....per lo storico modenese A. Bertoni si tratterebbe di Bonixima, figlia di un tale Sigecio, che aveva donato vastissimi poderi al monastero di san Pietro...altri la ritengono una semplice fruttivendola (in piazza, fino al secolo scorso, si teneva il mercato)...un'ultima ipotesi la identifica con Gundeberga "donna nobile e generosa" morta nel 570d.C. la cui lapide è ancor oggi in Duomo, segno di profonda devozione popolare.
Probabilmente la statuetta doveva rappresentare l'onestà nel commercio (dal nome del palazzo della "bona misura"), tesi è avvalorata dal fatto che in antico reggeva una bilancia .
Ma la tradizione popolare è fedele ad una bella leggenda....
Interessante?
La "storia" risale alla carestia del 1261. Ma occorre fare un passettino più indietro...fino alla battaglia della Fossalta. La mia fonte, per questa narrazione , è il bellissimo ed ormai introvabile libro "Modena nei Secoli" di Giancarlo Silingardi.
"Nel 1245 scese in Italia il figlio dell'imperatore di Alemagna Federico II. Si chiamave Enzo ed era giovane, biondo e bello. Fece il suo ingresso in Modena alla testa di una manica di soldatacci... ed il loro passo rimbombò per le contrade...il pallido re si guardava in giro. Oh, i bei palazzi! Le belle chiese! Nel 1249 si era di nuovo in guerra...il 26 maggio si iniziò per un nonnulla...uomini di parte bolognese attraversarono il ponte per far legna...subito i soldati di re Enzo andarono loro addosso...La zuffa si accese sul greto del fiume Panaro e nelle selve...Per tutta la giornata la tromba squillò, gli zoccoli dei cavalli percorsero il terreno...A sera i Bolognesi erano padroni del campo, re Enzo non c'era più...era stato circondato, fatto prigioniero e trascinato via...Ben presto la ritirata modenese diventò una fuga...I Bolognesi arrivarono fin sotto le mura di Modena mentre tutte le campane della città suonavano a martello...La vittoria dei Bolognesi fu completa, fu la vittoria dei guelfi sui ghibellini, di un libero comune sull'impero....Per dieci anni i Modenesi dovettero obbedire ad un podestà bolognese...Re Enzo rimase prigioniero a Bologna, nel palazzo che ancora esiste e che da lui prese il nome e vi morì ventisette anni dopo, nel 1272. Il trattato di pace fu firmato...Seguirono anni di miseria. Si ebbero lunghi mesi di siccità, la terra arida si spaccò e poi, quando piovve, l'acqua cadde per settimane, i fiumi strariparono. Il raccolto di frumento fu scarso...il prezzo salì alle stelle. Era la fame per molti...una punizione divina e 1260 fu chiamato l'anno della penitenza....L'anno seguente, 1261, la carestia fu terribile, tanto che il ricordo durò a lungo...
Pare che in quel tempo una gran dama ricchissima di nome Bona andasse prestando denaro ai poveri della città e, perfino, ne regalasse ai più poveri perchè potessero acquistare frumento.
Chiese l'aiuto dei nobili e ricchi della città , alcuni l'ascoltarono e altri no.
Cessata la carestia fece una grande festa nel suo palazzo invitando tutta la pololazione ma cacciando via tutti quelli che non avevano dato il loro aiuto nell'opera buona.
Questo dice la bella leggenda popolare.
E' certo che nel 1268 nel bel mezzo della piazza fu eretta una statua posta su una lastra di marmo e retta da quattro colonne. La statua, anzi la statuetta, raffigurava una donna in atto di porre mano ad una borsa che tiene alla cintura.
La chiamarono Bonissima.
La si può ancora vedere in un angolo del palazzo del Comune".
ciaoooo....davvero interessante...
RispondiEliminaun abbraccione e buona giornata ........kissssssssssss
Grazie Loredana, un big kisssssssss anche a te.
RispondiEliminaQuante cose sanno raccontarci dei piccoli monumenti/statue simboli e scrigno delle memorie del nostro passato. E' bello approfondire la conoscenza delle nostre città anche grazie a questi. Una buona proposta di lettura, grazie.
RispondiEliminaCiao!
Oh si!! Oltremodo interessante!! Non saprei quale leggenda tra quelle che ruotano intorno a questa figura di donna e che tu ci hai simpaticamente raccontato, non saprei, dicevo, quale è più suggestiva ... tutte ... per quell'alone di mistero che emana sempre dalle leggende.
RispondiEliminaGrazie Angelo e grazie anche a te Ambra. A me piacciono molto le mille e mille storie che la tradizione popolare tramanda. Mi appassionano quelle di casa mia e anche quelle dei luoghi che visito.
RispondiEliminaA domanda rispondo: oltre che interessante direi anche affascinante.
RispondiEliminaUna guida turistica non avrebbe fatto meglio di te.
Ami la tua città e fai bene.
Molto interessante, grazie per quello che hai detto e mostrato
RispondiEliminaciao Sandra, grazie, bellissimo racconto, complimenti per le ricerche e per il post, suggestiva questa figura di donna che ha scatenato tutte queste fantasie, rimarra' sempre famosa, chiunque sia stata, ciao grazie a presto rosa buona serata.)
RispondiEliminaGrazie Rosa per la pazienza nel passare e leggere questo "antico" post !
RispondiEliminaSono poco presente ultimamente...ma torno.
Ciao.