Non è un giorno particolare.
Non un anniversario. Non un compleanno.
Non un giorno triste. Non un giorno allegro.
Ti penso. Semplicemente.
Penso ai tuoi occhi ed ai miei.
Praticamente gli stessi occhi.
Penso a quanto tu fossi orgoglioso di questo.
I tuoi occhi severi, dolci, commossi, arrabbiati, tristi, addolorati, sfuggenti, penetranti, taglienti, carezzevoli.
Penso ai mille sguardi capaci di comunicare quello che la tua discrezione e timidezza non riuscivano ad affidare alle parole.
Penso a quell'estate e al nostro giocare agli indiani.
Alle casette del presepe intagliate "a traforo" nel compensato.
Alle cantilene in dialetto, d'inverno, accanto alla stufa a legna, prima che il sonno mi facesse crollare. Chissà come finivo nel lettino: me lo chiedevo, la mattina, svegliandomi.
Alle tue mani callose e ruvide che fingevano sorpresa mentre aprivano la mia letterina di Natale nascosta sotto il piatto dei tortellini.
A quel gattino di latta che, caricato a molla, rotolava su se stesso trascinando con sè una palla rossa: sbucò dalla tasca del tuo cappotto, una sera; e,anche se avevo solo cinque anni, non dimenticherò il nostro scambio di sguardi .
Alla tua voce un po' tremante di orgoglio che diceva ad un amico "Mia figlia? Fa la maestra".
Sono ormai quasi quattro anni che vengo lì da te e mi soffermo a leggere.
"Come foglia tornerò a rinsanguare la terra della mia pianura... Il vento non disperderà le mie parole.... Vivrò nella memoria".
Ed ogni volta ringrazio questo autore* per avermi prestato le parole.
Ti penso babbo. E ti voglio bene.
*Guido Conti, "Sotto la terra il cielo".
domenica 11 aprile 2010
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una dedica che rasserena l'anima.
RispondiEliminaUn abbraccio
Bellissimo post, Sandra. Mi hai fatto pensare al mio papà...
RispondiEliminaBuona serata
cara mia, mi commuove il tuo scritto. Mio papá ci ha lasciati quando avevo 13 anni. Leggendo il tuo post mi inondano i ricordi.
RispondiEliminaUn grande abbraccio
Ciao sandra, da un po di tempo ti leggo. Questi tuoi pensieri mi hanno portato una dolce tristezza. ... mi è venuto in mente il mio Papà. Domus
RispondiEliminaGrazie cari amici.Non si smette mai di "essere figli".
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