Lei è tesa, preoccupata, ansiosa. E' andata a trovare sua mamma che abita vicino alla stazione, in via Palestro.
Deve rientrare a casa ed ha una certa fretta.
Il latte preme e comincia a bagnarle il golfino sotto il cappotto.
Sandra, la sua bimba, ha tre mesi appena; sicuramente starà già piangendo e la suocera comincerà ad essere preoccupata "Ma quando arriva 'sta benedetta ragazza?Lo sa che la bimba deve mangiare!"
Lei percorre la via Emilia alla ricerca di un varco per attraversarla: casa sua è dall'altra parte, in via Sant'Agostino. Ma non si passa. La Celere blocca tutto. Non la lasciano attraversare. Sono in corso i funerali di quei sei ragazzi. I ragazzi delle Fonderie..."
Lei percorre la via Emilia alla ricerca di un varco per attraversarla: casa sua è dall'altra parte, in via Sant'Agostino. Ma non si passa. La Celere blocca tutto. Non la lasciano attraversare. Sono in corso i funerali di quei sei ragazzi. I ragazzi delle Fonderie..."
Le Fonderie Riunite erano una presenza importante a Modena. Il padrone ( e mai appellativo fu più giusto) era il conte Adolfo Orsi, proprietario anche di altre fabbriche metalmeccaniche, di imprese commerciali, di cave nel Bresciano, di vasti possedimenti terrieri.
Voleva poter disporre a piacimento di tutti gli oltre cinquecento dipendenti: assunzioni, licenziamenti...tutto quanto. Di Commissione Interna e di sindacalisti proprio non ne voleva sentire parlare. La lettera di licenziamento per tutti era partita il 3 dicembre e il 5 dello stesso mese, con un'altra lettera, aveva fatto presente l'intenzione di riassumerne nemmeno la metà; ovviamente quelli non politicizzati e che non avessero legami con il Sindacato.......
......il 9 gennaio i Celerini fecero fuoco, in tempi diversi, su una manifestazione operaia indetta per protestare contro i licenziamenti.
Fu un vero e proprio "tiro al piccione".
Fu un vero e proprio "tiro al piccione".
Vennero uccisi in sei : Angelo Appiani di 30 anni, Renzo Bersani di 21 anni, Arturo Chiappelli di 43 anni, Ennio Garagnani di 21 anni, Arturo Malagoli di 21 anni, Roberto Rovatti di 36 anni. E furono tantissimi i feriti; molti dei quali, per paura di ritorsioni, non si presentarono all' ospedale per le necessarie cure.
L'11 gennaio è giorno dei funerali; la mia mamma fa tardi e la nonna paterna ha il suo bel daffare per rabbonire la mia fame.
Quante volte ho sentito questo racconto a casa mia. Il racconto di quei giorni di dolore stupito e impietrito.
BAMBINO DI MODENA
Perché in silenzio, bambino di Modena
il gioco di ieri non hai continuato?
il gioco di ieri non hai continuato?
“Non è più ieri: ho visto la Celere
quando sui nostri babbi ha sparato.
Non è più ieri, non è più lo stesso:
ho visto, e so tante cose, adesso.
So che si muore una mattina
sui cancelli dell’officina,
e sulla macchina di chi muore
gli operai stendono il tricolore.”
Gianni Rodari, “Bambino di Modena”-1950
****
9 gennaio 1950-9 gennaio 2011
Questo post non può che suscitare una grande emozione.
RispondiEliminaMi ricordo bene di questo triste episodio; non di quando accadde, perché ero ancora troppo piccola, ma nelle nostre case se ne parlò ancora a lungo negli anni successivi. Ricordo che in molte cucine di famiglie operaie (non avevamo salotti o soggiorni, allora) era appeso un quadretto con il volto dei sei operai uccisi, davanti a lumino acceso, in segno di omaggio e di rispetto.
Ricordo anche che Marisa Malagoli, la sorellina di una delle vittime, fu adottata da Palmiro Togliatti e Nilde Jotti.
Storia molto commovente e di cui non avevo mai sentito parlare. Hai fatto bene ad inserirla in un post.
RispondiEliminaStarai già dormendo, penso....ed allora ti auguro che domani la giornata ti sorrida.
Io non ho sonno.
Ciaoo
erika
Che triste storia, ma è importante non dimenticare per evitare che si ripeta.Un abbraccio Sandra
RispondiEliminaGrazie per aver alimentato la memoria...io non ero nata, ovviamente, e ho ricordi molto vaghi di questo episodio. Per questo è bene avere qualcuno che me ne parla. Ancora grazie.
RispondiEliminache triste storia :( non la conoscevo!!
RispondiEliminaciao sandra un abbraccio!
Un storia triste ma mi ha fatto piacere che hai voluto condividerla con noi. Ritengo che a volte esternare le proprie emozioni sia un sollievo
RispondiEliminaTi abbraccio
Non ricordavo...quante vite spezzate.
RispondiEliminaE' giusto ricordare, Sandra!
Baci alla bimba affamata di allora.
Tu le chiami -forze dell'ordine- certo non accuso quei poliziotti di allora ma chi era a comandarli sì, il ministro democristiano Scelba, e non uso mezze parole quel ministro e De Gasperi che c'e lo teneva non sono certo nel-cuore di vecchi operai, di contadini, di disoccupati di allora.
RispondiEliminaIo mi ricordo di una manifestazione pacifica quando arrivarono i celerini e botte da orbi, io fui colpito al braccio sinistro dal calcio di un moschetto avevo 14 anni. Quando vedo una piazza e una via intestata a de Gasperi provo un senzo di disprezzo.
Quando qualche politico ipocrita si riempe la bocca delle parole "popolo", "italiani"," lavoro" si dovrebbero ricordare questi "fatti".
RispondiEliminaGrazie Sandra, davvero importante il tuo ricordo!
sono sconcertata!Non sapevo di qeusta vicenda,sono nata solo nel 70...ma sono rimasta allibita nel leggere che dei poliziotti hanno potuto far fuoco su degli operai disarmati.
RispondiEliminaNon mi capacito,che siano stati uccisi 6 giovani....
Non so chi sia stato questo Scelba e neanche de Gasperi,ma se sono stati loro a dare l'ok per far fuoco su persone inermi,si dovrebbero solo vergognare si essere...o essere stati,degli Italiani.
Baci
lu
Un racconto doloroso, che fa male. Splendido il palcoscenico che gli hai creato intorno: la tua mamma che cerca disperatamente di tornare da te perché è il tempo dell'allattamento. Il contrasto tra la violenza e l'innocenza di una bimba rende la scena ancora più commovente.
RispondiEliminaCra Krilù la memoria storica tua e della tua famiglia è preziosa. E' esattamente come dici tu. Questi fatti gravissimi ebbero risonanza nazionale ed oltre. vanno insriti in un periodo storico davvero molto difficile del nostro Paese. La memoria ...eh, la memoria. Su di essa si costruisce il futuro. Ho tanti timori proprio in considerazione di ciò.
RispondiEliminaCara Erika...ormai buona serata. Ho preso un po' le distanze dal pc. Nel senso che mi sto dando dei tempi: ho acceso alle 15,00. Mattinata spesa a "smontare" il Natale :0(
RispondiEliminaHai fatto molto tardi la scorsa notte....
Cara Mirta, purtroppo si è ripetuto. Dieci anni dopo, 7 luglio 1960, Reggio Emilia. Cinque morti per opera della polizia di Tambroni, poi costretto alle dimissioni....
RispondiEliminaNanussa...hai cambiato Avatar!! ;O)
RispondiEliminaGrazie Stella. Non sai quante volte la mamma me lo ha raccontato!
RispondiEliminaCarissimo Maresco , hai ragione. Occorre dare il nome giusto alle cose. Non "forze dell'ordine" ma la famigerata Celere di Scelba!
RispondiEliminaHo cambiato dicitura nel post ed ho anche aggiunto una foto ritrovata solo oggi. Grazie mille.
Quanto al disgusto comprendo fino in fondo.
Giacynta, grazie a te.
RispondiEliminaGrazie Lu. Ti ringrazio per la tua sincera partecipazione al mio racconto.
RispondiEliminagrazie Sandra x q.sto post, io non ero nata ma dall'adolescenza in poi si è sempre parlato e bisognerebbe ancora parlarne per i ns figli che non lo sanno e per quelli della mia età che spesso ignorano.glo
RispondiEliminaE' un contrasto che ho cercato, Ambra. Felice di esserci riuscita. Grazie !
RispondiEliminaCiao Gloria, ci stiamo incrociando nei commenti!! Sì, credo che non debba andare dispersa quella che viene chiamata "la memoria".
RispondiEliminaCiao Sandra! Non conoscevo questo episodio! E il racconto che ne hai fatto ,mescolando alla tua vita,a quando eri cosi' piccina,mi ha veramente emozionato! Un abbraccio!E tanti bacioni dalla tua bozzolina!
RispondiEliminaGrazie Rita. Quando i racconti comunicano emozione raggiungono il loro scopo.
RispondiEliminaConosco questa pagina nera della lotta operaia in Italia.Oggi molti parlano di flessibilità e anche i vari ricatti fatti ai lavoratori ultimamente,ci fa ritornare indietro proprio agli anni'50.Hai fatto molto bene a ricordare questa storia ,che serve a far riflettere molte persone,prima di calpestare i diritti che anche noi giovani abbiamo.Salutoni a presto
RispondiEliminaQuesta testimonianza dovrebbe essere letta con gli occhi dell'anima dalle nuove generazioni,ho sempre più timore che questi ragazzi non conoscano i fatti dolorosi e veri che sono accaduti nel nostro Paese.Bellissimo post,grazie Sandra.E auguri anche al tuo splendido blog!Un bacione,buona Domenica!
RispondiEliminaCiao Sandra,scusa il ritardo,non conoscevo questa vicenda(e io sono un appassionato di storia),dovrebbero insegnarle a scuola per far si che non si perda la memoria......
RispondiEliminaProprio e soprattutto per il futuro dei giovani. Grazie Cavaliere.
RispondiEliminaGrazie per la tua sensibilità e la tua presenza, Shiri.
RispondiEliminaE' esattamente quello che penso anch'io Franz. Non ti scusare, sono mille le cose da fare in una giornata e tanti gli amici da leggere...anch'io sono spesso in ritardo. ;O)
RispondiElimina..passare e trovare molta "vita".
RispondiElimina..anche il dolore insegna.
ciao Vania
Ciao Sandra, neppure io conoscevo questo triste episodio, ma i miei genitori mi raccontavano cose simili accadute da noi però nei primi anni del novecento..In questo periodo di precarietà ed incertezze nel mondo del lavoro, temo davvero che si torni indietro e che tante conquiste fatte col sangue vengano spazzate via..se al centro c'è solo il denaro e non la persona.
RispondiEliminaHo un premio per te, se lo desideri..dopo un argomento tanto serio mi sento un po'frivola ma l'hanno assegnato anche a me e volevo condividerlo!
Carmen
L'anno scorso o due anni fa ho pubblicato sul mio blog un video su questa vicenda. E' molto interessante.
RispondiEliminaOttimo post.
Giorgio
Drammatica, tesa ed umanissima memoria di un tragico episodio che con il racconto che me ne venne fatto entrò nel mio personale processo di formazione. Un abbraccio commosso e sincero.
RispondiEliminaRicordare certe tragedie direi che è quasi necessario. Io, purtroppo, della "celere" di scelba ne ho un gran brutto ricordo. A 18 anni, quando ci fu l'attentato a Togliatti, ne "gustai"
RispondiEliminale delizie per fortuna solo di manganellate.
Sandra, non conoscevo questa triste storia.
RispondiEliminaGrazie
Onore alla Memoria.
Buona settimana.
che tristezza... non conoscevo questo drammatico evento...
RispondiEliminaè importante non dimenticare!