ovvero
la storia della scatola di latta lasciata in sospeso QUI
Questa scatoletta di latta è ciò che resta di una discussione tra mia mamma e mia nonna, nonché di una "battaglia" italo-svizzera.
E nei miei miei ricordi ha il sapore del cioccolato. Svizzero, appunto.
Quando ero piccola non circolava troppo denaro nelle mani dei miei genitori.
Avevamo tutto il necessario - soprattutto io non mancavo di nulla - ma quanto al superfluo, beh questa è tutt'altra faccenda.
Da piccolina ero spesso ammalata e trascorrevo gli umidi inverni emiliani passando da un raffreddore all'altro, trascinando la tosse fino a primavera inoltrata.
"Come al solito è un po' di bronchitina", diceva il medico di famiglia.
Questa faccenda della "bronchitina" mi è rimasta appiccicata addosso fin quasi all'adolescenza.
"Ha bisogno di mare, di aria buona..." era sempre il medico a parlare.
Così i miei risparmiavano tutto l'inverno e poi mi spedivano al mare, in quel di Cattolica e Gabicce, insieme alla nonna Ernesta.
Con noi veniva anche Corina (sì, con una sola "n") , la sorella della nonna, insieme al suo nipotino , il pestifero cuginetto Gianni; in questo modo dividevano ulteriormente le spese.
La zia Corina aveva un figlio e una nuora emigrati in Svizzera , lavoravano in una fabbrica metalmeccanica a Basilea.
Il loro bimbo - il cuginetto Gianni - dalla nascita e fino a undici anni è cresciuto con la nonna e da piccolissimi abbiamo giocato tanto insieme.
I suoi genitori , malati di nostalgia, lo riempivano di doni; quanto gli ho invidiato il trenino elettrico e tutti i suoi "Lego", ne aveva un fustino ENORME e quasi sempre mi concedeva di giocarci.
Ogni volta che tornavano dalla Svizzera (due settimane a Natale e due in estate) portavano autentiche meraviglie.
Ricordo la mia prima calzamaglia di lana, certi dolcetti al cioccolato a forma di campana e ripieni di panna, una gigantesca caffettiera elettrica...e i Lego, soprattutto, che io adoravo e non avevo perché troppo costosi.
Un Natale portarono una scatola blu con le scritte in oro. Conteneva un centinaio di cioccolatini super energetici e vitaminizzati, studiati per l'infanzia inappetente o gracile...il non-plus-ultra del ricostituente.
Fu un vero colpo di fulmine per mia nonna che si innamorò perdutamente dell'idea di vedermi finalmente cicciottella secondo i suoi canoni di bambina-in-salute.
La mamma mi dava, nel latte della colazione, il pane sminuzzato. Più di rado, convinta di essere una mamma moderna e all'avanguardia, i biscotti granulari Mellin che venivano venduti in quella scatola di latta e dovevano risultare ipercalorici e altamente nutritivi. Ma erano comunque abbastanza costosi per la mia famiglia.
I cioccolatini energetici presero ben presto il loro posto: erano SVIZZERI, dopotutto...che diamine! E li procuravano gli zii, quindi....
Uno al giorno a colazione, dopo la zuppa di latte e pane.
Aspettavo quel momento con il sorriso da orecchio a orecchio.
Per anni gli zii ci portarono dalla Svizzera quei cioccolatini.
Così le scatolette di latta della Mellin non vennero più acquistate.
Mi è rimasta questa e quando la guardo mi torna in bocca il sapore di quei cioccolatini ricostituenti.
Da quando hai scritto il post su questa scatola di latta ogni volta che ne vedo una ti penso. Ne ho anch'io diverse ma non così antiche....Un abbraccio.
RispondiEliminaerika
Chissà se le scatole che ho in soffitta hanno una storia...magari un giorno li fotografo così lo scopriremo.
RispondiEliminaSpesso un oggetto in cantina ha una storia.Bei ricordi.Buona serata Sandra!Olga
RispondiEliminaQuanti ricordi può portare un oggetto
RispondiEliminadimenticato in un angolo!!!
Cara Sandra buon pomeriggio.
Tomaso
Cara Sandra, come mi sono gustata questo post.
RispondiEliminaL'infanzia di ieri non è neanche da paragonare a quella dei nostri figli e soprattutto dei nostri nipoti.
Quei cioccolatini hanno sortito il loro benefico effetto...visto come sei oggi!
Un abbraccio.
Tu andavi al mare per le bronchitine, io per l'inappetenza = digiuno.
RispondiEliminaPeccato che, dopo che ho avuto la figlia, quelle comode inappetenze sono sparite.
Bentornata mia cara, sappi che il mio blog è a posto e , penso, sia stato il consiglio di Fabrizio. Grazie ancora!
Cristiana
Ciao Sandra, bentornata nella blogosfera. Scatole di latta? Prima o poi li fotograferò
RispondiEliminabellissimi ricordi!
RispondiEliminaTi sarai abbuffata di cioccolato allora!
Baci
Ciao Sandra, che bella questa storia e che buona la tua "cura ricostituente"!!
RispondiEliminaA me invece davano il "Proton" uno sciroppo dolciastro e con un retrogusto metallico...e mi mandavano al mare (Ligure) ma in colonia..e io non vedevo l'ora di tornare a casa!!
Erano proprio altri tempi..ma non mi sembra che sia passato così tanto tempo!
Carmen
ciao Sandra, ogni oggetto vecchio ci ricorda qualcosa, ha una storia come la tua, rimaniamo affezionati, anch'io andavo in svizzera a prendere il cioccolato, con i miei genitori, facevamo provviste, sono andata anche a Cattolica, potevamo incontrarci.))
RispondiEliminaciao grazie baci rosa presto buona serata:))
Urca me...!!!
RispondiEliminaMe la ricordo anch'io la scatola di latta della Mellin, desolatamente vuota...i cioccolatini - italiani - li vedevo una volta l'anno, a Natale in casa della zia Anna perchè lei "poteva", si fa per dire.
Tu parli di mare, io l'ho visto per la prima volta a 18 anni, senza dare colpe a nessuno, sia chiaro: a casa mia si andava in montagna "perchè faceva bene", punto e basta...
Grazie per aver condiviso questi tuoi bei ricordi!
Che bello questo racconto.
RispondiEliminaTi ho immaginato col sorriso di bimba in attesa dei cioccolatini...^____^
Tutti gli oggetti hanno una storia, non sempre ci si pensa, ed è bello se sono legati a ricordi piacevoli.
Un bacio.
Nunzia
Certo sappiamo benissimo che la Svizzera in fatto di cioccolato non la supera nessuno, ma per quello che a te risulta quei cioccolatini ricostituenti esistono ancora in commercio oppure no?
RispondiEliminaIo sono ghiotto di cioccolato.
Un caro saluto,
aldo.
Le scatole di latta racchiudono sempre cari ricordi.
RispondiElimina..una bella storia che profuma di dolcezze.
RispondiEliminaciaoo Vania:)
Piacciono anche a me, la più vecchia che ho era di mia nonna e ora ci sono pinze e attrezzi per piccole riparazioni, poi ne ho comprate alcune di biscotti non proprio eccelsi, ma erano troppo belle le scatole! Ciao, Arianna
RispondiEliminaa me pallida e magra(che brutta fine ho fatto!!!!!)come un giunco,il dottore mi assegnava punture di calcio,olio di fegato di merluzzo e quintali di zabaioni al marsala,le uova le faceva la gallina,il mellin era "roba poco genuina"
RispondiEliminaun bacio nostalgico
leggere i tuoi post è sempre piacevole, sei molto brava a raccontare e automaticamente a stimolare in quelli che leggono analoghi ricordi.
RispondiEliminaIl mio ricordo goloso è legato ad un integratore (ma allora non si chiamavano così) per la memoria, erano dei cristalli rosa saporiti come caramelline, io ne avrei mangiato scatole intere!
buon pomeriggio!
Racconto emozionante, anche perché come forse si sa (sic!) amo capire comn'è trascorso il tempo e siamo cambiati attraverso memorie vive come la tua, che in più ha il pregio dello stile.
RispondiEliminaSplendido ricordo, magnifica questa scatola!
RispondiEliminaBaci.
La mitica scatola dei biscotti Mellin la ricordo benissimo anche a casa mia,sapeva perfino "fare arredamento".
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso con noi questi bei ricordi che in molti punti combaciano con i miei... decisamente altri tempi che raccontati ai nipoti fanno sorridere!!!
RispondiEliminaUn sereno e gioioso fine settimana
nonnAnna
Eh...diciamo che se non sai dove metterla, tra le tue 100 ed oltre scatole...qui da me c'è posto! ;) Bacio. NI
RispondiEliminaquanti ricordi...un mare di dolcissimi pensieri legati a una scatoletta di metallo.....che bello naufragare in certi pensieri....glo
RispondiEliminaBuona domenica!!!
RispondiEliminaUn altro modo per pensarmi, allora. Grazie Erika.
RispondiEliminaAspetto le immagini delle tue "latte" , Sofia. Grazie.
RispondiEliminaGrazie Olga. Giro sempre affascinata per mercatini: davvero gli oggetti parlano di noi.
RispondiEliminaGrazie Tomaso, buona settimana a te.
RispondiEliminaGrazie Gianna per tutti i complimenti. Se penso che mangiavo come un bufalo fino a una decina d'anni fa e senza conseguenze sul peso. Bei tempi. Ora non è più così e devo fare attenzione altrimenti rotolo...ah...ah...ah!
RispondiEliminaCristiana, anche tu?! Pensa che mia mamma mi rincorreva con il cucchiaio in mano...povera donna.
RispondiEliminaPs per Cristiana: sono contenta che tu abbia risolto le noie che spesso dà questo noioso di Blogger.
RispondiEliminaAspetto le tue foto da artista Simo.
RispondiEliminaLu, sìììì e pensa che era una cioccolata incentivata e autorizzata: una meraviglia. Purtroppo un solo quadratino al giorno....ma meglio di niente!
RispondiEliminaCarmen penso di averlo ingurgitato anche io quel Proton...mamma mia che nausea.
RispondiEliminaIo sono andata al mare con la nonna finché non ho avuto l'età per la colonia: sei anni. Poi dai sei fino all'adolescenza due mesi lontana da casa: piangevo tanto ma non c'era alternativa.
Rosa, chissà...forse eravamo anche sulla stessa spiaggia. :)
RispondiEliminaLeonardo io sono andata al mare con la nonna fino ai sei anni: poi colonia del Comune! Da sola prima al mare e poi in montagna: i miei non si potevano permettere altro. Io piangevo e non ci volevo stare...ricordo tanta solitudine e tristezza. ma non c'era alternativa.
RispondiEliminaNunzia: solo uno al giorno. La nonna metteva la scatola sul cassettone della camera (ora ce l'ho io) e per me era irraggiungibile...a meno che non prendessi una sedia ma non osavo!
RispondiEliminaAldo sai che ho provato a fare una ricerca ma non ho abbastanza elementi. Ricordo una scatola blu con le scritte in oro. I cioccolatini erano dei rettangolini incartati uno per uno e stipati tutti in ordine come in una scatola di medicinali. Erano squisiti. Chissà, forse erano della Nestlè...ma non saprei. E non ho più a chi chiedere, purtroppo...
RispondiEliminaVero Gabrilella. Ce ne sono di bellissime. Nei mercatini delle pulci devo sempre controllarmi perché le comprerei tutte.
RispondiEliminaIl profumo del cioccolato, Vania. Paradisiaco.
RispondiEliminaArianna, anche io a volte compro i biscotti perché mi piace la scatola!
RispondiEliminaGabe abbiamo in comune questa faccenda "del giunco" allora! Olio di fegato di merluzzo, zabaioni, iniezioni di ricostituente...tutte simpatiche faccende che ho vissuto. I biscotti Mellin furono fugaci apparizioni dovute al senso di colpa di mia mamma. La mia colazione era pane e latte!
RispondiEliminaLaura anche tu, dunque. Io niente integratori per la memoria ....ma per la "ciccia". Ero magrissima , lo sono stata tutta la vita e ben felice, da adulta; solo da una decina d'anni, purtroppo, non è più così.
RispondiEliminaGrazie Adriano. Immagini , oggetti,...hanno tanto da raccontare e farci comprendere .
RispondiEliminaGrazie Arianna.
RispondiEliminaGrazie Costantino, anche secondo me "arredano".
RispondiEliminaVerissimo nonna Anna, io sorridevo per certi racconti di mia nonna. Ora tocca a me.
RispondiEliminaLo so che apprezzi Nì...eh...eh...eh!
RispondiEliminaSì, è bello lasciarsi andare a ricordare. Ciao Gloria, buona settimana.
RispondiEliminaBuona settimana Erika...visto che per il "buona domenica" ormai....
RispondiElimina:)
Va a finire, Sandra, che ci siamo incontrate a Gabicce, da bambine! Io ci ho passato tutte le estati della mia infanzia, dai nonni, che vivevano là!
RispondiEliminaciao
RispondiEliminache bei ricordi.
Alessandra, davvero? Però sei più piccolina di me e di tanto: io ho smesso di andarci con la nonna una volta arrivata all'età per la colonia.
RispondiEliminaLo sono davvero. Grazie Roby.
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso è una storia molto bella.
RispondiEliminaBuona serata Sandra,un bacio.
E poi qualcuno dice che bisogna buttare ciò che non serve! Non capisce che insieme alle cose, si butterebbe parte della nostra vita...
RispondiEliminaBaci
Ciao cara,mi piace molto leggerti! Le scatole di latta (e il loro contenuto)che meraviglie erano anche nella mia infanzia.
RispondiEliminaBuona notte e baci
che storia bellissima....ciao sandra felice giornata, baci!! :)
RispondiEliminaLe scatole di latta sembrano fatte apposta per custodire ricordi :-)
RispondiEliminaLeggendoti a momenti pure io stavo cominciando a sentire il sapore dei cioccolatini svizzeri!
RispondiEliminaAnch'io adoro le scatole di latta, quelle dei biscotti.
RispondiEliminaE poi ecco, dentro ad una scatola ci sono quei tuoi bei ricordi che, in parte, sono simili ai miei.
Quegli sfibranti tentativi di far ingrassare una bambina un po' secca.
Ciao Sandra, ho visitato le tue board e non ne vedo neanche una condivisa. Non riesco ad immaginare come qualcuno possa pinnare all'interno delle tue board.
RispondiEliminaMi puoi fare un esempio? Mandami il link di uno dei pin in questione.
Intanto ti consiglio di segnalarlo direttamente a Pinterest. Alex
Ciao Achab, grazie a te.
RispondiEliminaMadame, hai ragione: io non butterei mai nulla. Ma dovremmo vivere in castelli e non case...ah...ah...ah!
RispondiEliminaGrazie Caterina. Ciaoooo!
RispondiEliminaGrazie anche a te Nanussa
RispondiElimina...e alcune di loro ne custodiscono...eccome. Grazie Adriana.
RispondiEliminaGreta non mi ricordare la cioccolata svizzera...mmmmm
RispondiElimina:)
Io ero secca davvero. Quante volte mi son sentita dire "mangia che sei magra da fare senso..." ! Fosse così ora!
RispondiEliminaCiao Ambra, BENTORNATA.
Ciao Topogina, grazie. Ho risolto. Come sospettavo : avevo aderito a un forum, (anche interessante, se vogliamo)e non mi ero resa conto dell'opzione che permette a tutti i "facente parte" di pinnare sulla apposita lavagna inserita tra quelle personali. Sono riuscita a disattivare. Grazie mille per l'offerta di aiuto.
RispondiEliminaun gran bel racconto sono scatole ricche di sentimenti
RispondiEliminaQuanto m i piacevano quei biscotti, mi ricordo ancora quando mamma li comprava per mio fratello ed io li mangiavo di nascosto. Costavano cari già allora e mio fratello era piccolino, io più grande di 7 anni non ne avevo bisogno ma erano cos' buoni! Grazie di avermeli ricordati
RispondiEliminaGrazie Carmine, contenta che ti piaccia il mio racconto.
RispondiEliminaVerissimo Sabry, costavano cari. E mia mamma si sentiva anche un po' in colpa per non poterlo comprare con regolarità...potere malefico della pubblicità!
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