Modena, 9 gennaio di sessantatre anni fa.
I Celerini fanno fuoco, in tempi diversi, su una manifestazione operaia indetta per protestare contro i licenziamenti alle Fonderie Riunite.
Un vero e proprio "tiro al piccione".
Un vero e proprio "tiro al piccione".
Vengono uccisi in sei : Angelo Appiani di 30 anni, Renzo Bersani di 21 anni, Arturo Chiappelli di 43 anni, Ennio Garagnani di 21 anni, Arturo Malagoli di 21 anni, Roberto Rovatti di 36 anni.
E furono tantissimi i feriti; molti dei quali, per paura di ritorsioni, non si presentarono all' ospedale per le necessarie cure.
Già ho scritto, di questo assassinio, QUI e anche QUI con documetazioni e anche ricordi personali e della mia famiglia.
E continuerò a farlo, perché SI DEVE.
Questa volta ringrazio Arturo Ghinelli per avermi dato il permesso di pubblicare alcune immagini della sua famiglia e una pagina che racconta ciò che accadde in quei giorni.
Uno di quei ragazzi, Arturo Malagoli, era suo zio materno. Arturo nascerà qualche mese dopo e riceverà in dono in nome dello zio.
Arturo scrive: "Arturo Malagoli è il primo in alto a destra, quella in braccio alla mia nonna è Marisa Malagoli Togliatti.La mia mamma è in mezzo dietro ai nonni con il nastro in testa".
Renata Viganò (quella de "L'Agnese" va a morire, per intenderci) scrisse diversi articoli, uno per ciascuna delle vittime.
Il 9 febbraio 1950 l'Unità pubblicò l'intervista alla mamma di Arturo Malagoli:
"Sono io la madre di Arturo
Malagoli” ed ha aggiunto quasi per rendere più concreti e reciproci i legami
d’amore col morto "Arturo Malagoli era mio figlio".
Dice: "Quella mattina era stato a
letto come fosse domenica, tanto a lavorare non andava. C’era la dimostrazione.
Noi qui siamo lontani da Modena, speravo che lui stesse a casa, per questo lo lasciai dormire. Se non
lo chiamavo era difficile che si svegliasse. Invece vennero i compagni, lo
chiamarono di sotto la finestra, io ero qui intorno per le faccende, al pozzo
e nel pollaio: quando venni dentro non c’era più. S’era vestito in un momento, era
scappato via senza neanche salutarmi. Noi di campagna siamo poco avvezzi ai
complimenti. Uno va l’altro viene; si chiama, se non si ha risposta vuol dire
che quello se n’è andato e quando ritorna, ritorna. Mi misi a fare i miei
lavori, ma mi pareva di veder tutto buio; pensavo a prima quando lui era su a
dormire, che mi sentivo così tranquilla".
"Più tardi- dice - vidi entrare
dal cancello una guardia comunale. Non venne in casa si fermò qui sotto c’era
mio marito, gli disse qualcosa. Io andai vicino alla finestra, da star qui
dentro sentii che gli diceva che Arturo era rimasto ferito. Feci un grande
urlo: è morto, è morto. Lo hanno ucciso! Sapevo che non si sarebbe scomodato
nessuno se lui fosse stato solo ferito. Era peggio che morto, l’avevano
ammazzato, quei disgraziati, avevano ammazzato mio figlio. E mi ricordo che un
anno fa venne il padrone con un amico, ed era successo anche allora qualcosa
per uno sciopero. L’amico ebbe il coraggio di dirmi: "Finché i contadini
saranno ammalati, succederanno sempre dei guai". Voleva dire che finché i
poveri vorranno i loro diritti, i ricchi faranno di tutto per ammazzarli. E
dopo un anno, proprio mio figlio c’è rimasto. Questa non si può nemmeno
chiamare una disgrazia, è una cosa che hanno voluto farla loro, quegli
assassini. Dicono che i poveri sono troppi, per questo fanno le guerre; e
adesso non gli bastano più le guerre, per farci morire più presto ci sparano
addosso anche in pace".
La storia della famiglia è la
storia di centinaia, di migliaia, di milioni di altre famiglie. Il padre e la
madre sono stati braccianti, lavoravano nelle risaie a Crevalcore. Da qualche
tempo hanno a mezzadria il piccolo podere. Arturo doveva ancora fare il
bracciante. "Anche questa di cercare da lavorare, che via crucis! – dice la
madre, stringendo i suoi grossi pugni scuri – Altro che quella che fanno in
chiesa! –E aggiunge – Arturo ha fatto il partigiano, ecco perché; loro i posti
buoni li tengono per i fascisti". Arturo ha fatto il partigiano, un partigiano
quasi bambino, aveva adesso appena ventuno anni. Se l’era cavata da tanti pericoli, per cadere
non si sa come sotto i mitra della polizia. Non si sa come: nessuno l’ha visto
morire. La madre dice quest’altro sconsolato pensiero: "Almeno qualcuno
l’avesse visto morire".
Grazie Sandra di continuare a condividere con noi questi tristi avvenimenti di cui nessuno parla mai.
RispondiEliminaCredo sia un dovere. Grazie Erika.
Eliminanon conoscevo questa storia, triste e commovente, e le parole della mamma ti entrano dritte nel cuore
RispondiEliminaQuelle parole raggelano. Letteralmente.
EliminaNon bisogna MAI dimenticare questi fatti.
RispondiEliminaun abbraccio !!!!!
Raccontati e raccontati finché si ha fiato. Grazie Valerio.
EliminaGrazie Sandra per tener vivi questi ricordi!
RispondiEliminaLa mia paura è che questi fatti si possano ripetere..per diversi aspetti mi sembra si stia tornando indietro..
Carmen
Ci sono segnali preoccupanti. Per questo la Memoria è importante. Grazie Carmen.
EliminaRicordo l'altro tuo post su questa vergognosa tragedia che sa tanto di metodi fascisti non ancora abbandonati.
RispondiEliminaMi chiedo anche come, un Presidente della Repubblica, non la ricordi.
Cristiana
Grazie Cristiana. Sono tante purtroppo le simili tragedie di questo Paese.
EliminaQuesti tristi e dolorosi ricordi non si dimenticano mai
RispondiEliminaE è bene non farlo.
EliminaMai dimenticare! Voglio lasciarti anche un link interessante:
RispondiEliminahttp://vimeo.com/17135553
Salutoni a presto.
Grazie Cavaliere. Il link manda a un video che risale alla cerimonia commemorativa di qualche anno fa. L'ho postato lo scorso anno e ci si arriva anche da questo post, seguendo le parole linkate. Grazie per averlo messo qui: magari è più facile che qualcuno clicchi e ascolti la viva voce di CHI C'ERA.
EliminaGrazie per l'impegno e per il ricordo,cara Sandra.
RispondiEliminaUn dovere, Balck.
EliminaCara Sandra grazie di aver svegliato questi tristi ricordi che molti non lo hanno mai saputo. Buona serata cara amica.
RispondiEliminaTomaso
Sì, è bene restare svegli e vigili.
EliminaSe me la ricordo: avevo 15 anni e partecipai alla manifestazione di solidarietà tanta gente in Castelfiorentino, e ho letto gli scritti sull'Unità. Si sparava con facilità sui lavoratori dai poliziotti dell'infame ministro democristiano Scelba e io stesso in una manifestazione pacifica, si cantava, fui colpito dal calcio di un moscetto in un braccio.
RispondiEliminaMi ricordo quel tuo racconto Maresco. Mai smettere di raccontare.
EliminaTu guarda la coincidenza, l'altro ieri mi sono ritrovata a rileggere la storia di Marisa Malagoli, adottata poi da Nilde Iotti e Palmiro Togliatti... Conoscevo la storia molto vagamente, non avevo neanche fatto caso al fatto che quest'abominio fosse accaduto a Modena...
RispondiEliminaIl racconto della mamma mi ha dato i brividi: "S’era vestito in un momento, era scappato via senza neanche salutarmi. Noi di campagna siamo poco avvezzi ai complimenti. Uno va l’altro viene; si chiama, se non si ha risposta vuol dire che quello se n’è andato e quando ritorna, ritorna. Mi misi a fare i miei lavori, ma mi pareva di veder tutto buio; pensavo a prima quando lui era su a dormire, che mi sentivo così tranquilla"." I brividi, semplicemente.
Mai, mai tanto dolore, tanta ingiustizia, tanto orrore deve cadere nell'oblio. Mai. Grazie di testimoniarlo ancora, Sandra. Stasera aprirò FB per condividere il tuo post (so che è poco meno di niente: ma io che là dentro ricordo sempre Peppino Impastato e Giancarlo Siani, giovani uccisi dalla mafia e dalla camorra, come posso non ricordare la giovane vita di Arturo, spezzata dallo Stato?)
Grazie Cri, sono tanti gli orrori che non devono cadere nell'oblio.
EliminaRicordi angoscianti come le parole della mamma. Ma devono essere tenuti vivi e hai fatto bene a scrivere questo post.
RispondiEliminaMi sembra di sentire la voce narrante, sai? Con la tipica cadenza di queste parti...un po' come fosse mia nonna che racconta...
Eliminaricordo i due post, e hai fatto bene a pubblicare anche questo racconto.
RispondiEliminaUn bacio
E ogni anno lo farò.
EliminaCara Sandra, ho visto con quanta cura di memoria ogni anno hai dedicato a questo episodio della storia che va ricordato. La storia ricorda i tiranni, a noi il compito di queste memorie che sono la storia del valore di ogni uomo. Ogni giovedì inserisco sul mio blog, nella colonna delle evidenze, il post della settimana, domani inserisco questo tuo post con un link al tuo blog. Un caro saluto
RispondiEliminaGrazie Francesco per la condivisione. Apprezzo molto.
EliminaCiao Sandra,triste vicenda che diventa storia,è giusto tenere il ricordo vivo,brava Sandra.
RispondiEliminaMicrostoria ... macrostoria ... tutto si intreccia.
Eliminagrazie, grazie Sandra per ricordare un episodio che solitamente si cerca di dimenticare o nascondere...glo
RispondiEliminaE invece bisogna ricordare e condividere.
EliminaHi Sandra,
RispondiEliminaHAPPY NEW YEAR 2013!
I am so sorry I have been absent from your blog but last year was a very busy year for me! But I haven't forgotten you, my friend! :)
What an amazing and sad story! Thank you for sharing it with us.
I was thinking about another Mail Art Swap. Would you like to do another one with me? Please email me privately, ok?
Wishing you al the best in the New Year.
Love and hugs
Happy New Year to you , my dear.
EliminaDon't worry abaut that...I'm often late me too.
I will be happy to do another mail art swap with you and ...more!
I'll email you tonight.
Love.
Sandra
Me again! LOL
RispondiEliminaI forgot to tell you, I love your New Header!
Hugs
THANKS A LOT!
Elimina;0)
E' doloroso ricordare tanta parte della nostra storia, ma è altrettanto necessario mantenerne in vita le testimonianze.
RispondiEliminaGrazie Sandra!
Lara
Dolore e ricordo vanno a braccetto.
Eliminaciao Sandra.
RispondiEliminagrazie per aver condiviso con noi questi ricordi.
mi dispiace tanto
Grazie a te Pupottina
EliminaCiao Sandra. Anche se "...noi di campagna siamo poco avvezzi ai complimenti..." e le mie origini, di cui vado orgoglioso, sono quelle, voglio ringraziarti per aver rinnovato il ricordo di questa pagina della storia del nostro Paese. La storia delle lotte operaie, in particolare. Non posso non constatare, purtroppo, che la stessa classe operaia e lavoratrice, oggi, non solo non ricorda o non conosce questi fatti, quelli che hanno consentito ai lavoratori di conquistare, molti anni dopo, quei diritti e quelle tutele contenute nello Statuto dei Lavoratori, ma con la sua inqualificabile "indifferenza" sta consentento che quegli stessi diritti e tutele, costati decenni di lotte sindacali e di morti, soprattutto morti, vengano stravolti o cancellati, in nome di un mostro chiamato libero mercato e di qualcosa di non comprensibile, chiamato "progresso".
RispondiEliminaTi auguro un buon pomeriggio e ciao.
Amare lucide considerazioni. Sai...mi manca tanto mio babbo (se n'è andato 6 anni fa a 82 anni) ma in giornate come questa mi dà un po' di sollievo sapere che non vive tutto lo sfascio che si intravede attorno. Già quando ancora era vivo, sei anni fa, non è che fosse del tutto contento...
EliminaCiao Gianca, buona serata.
grazie per questo ricordo, mi ha commosso!
RispondiEliminacome hanno già commentato, bisogna ricordare le vittime innocenti di qualsiasi mano.
buon pomeriggio, Laura
Concordo. Grazie Laura.
EliminaSandra, ricordi tristi e commoventi...
RispondiEliminaE purtroppo la storia non insegna più...
Grazie della condivisione.
Eppure bisogna che torni ad essere buona maestra di vita...lo so che concordi.
EliminaE' sempre importante conoscere queste storie...dovrebbero insegnare molto...
RispondiEliminaSì, dovrebbero. Devono. Grazie Ale.
Eliminaricordavo i tuoi post,ma è sempre bene replicare il racconto di una dolorosa pagina di storia,grazie per averlo fatto
RispondiEliminaun abbraccio
Per quello che posso, dono il mio contributo. Ciao Gabe.
EliminaLe tue, come le mie parti, sono ricche di queste storie. Non dimentichiamole!
RispondiEliminaSì, quante cene sono!
EliminaSemplicemente grazie, non ci sono altre parole per rimembrare la storia, la nostra storia quella tragica e dolorosa che ha fatto si e, continua ad esserci per darci consapevolezza! Un forte e caro abbraccio. NI
RispondiEliminaEssere a conoscenza , consapevoli , è il primo scalino. Ciao Ni, grazie.
EliminaOddio Sandra che emozione! Ho pianto nel leggere l'angoscia di questa madre a cui hanno ucciso un figlio che era in piazza per chiedere quello che gli spettava di diritto.
RispondiEliminaNon dobbiamo mai e poi MAI dimenticare nulla di quello che é stato perchè non si ripeta e soprattutto ora che é un periodo dove spesso si vedono rigurgiti che nulla hanno di buono.
Anche nella mia regione ci sono state stragi...vedi S,Anna di Stazzema...e in Germania non è bastata la morte di centinaia di persone inermi tra i quali molti bambini...no, non è bastato è stato archiviato il tutto!!!! Una vergogna!!!
Ciao carissima
Un abbraccio
Bruna
E tutto continua , molto spesso sotto silenzio, in tante parti del mondo.
EliminaStorie di ingiustizia sociale,davvero difficili da digerire!Grazie per gli auguri e la visita,Buon Anno!
RispondiEliminaVanno digerite ricordando e restando lucidi e vigile. Grazie a te Lily.
EliminaStorie di ingiustizia sociale,davvero difficili da digerire!Grazie per gli auguri e la visita,Buon Anno!
RispondiElimina...e buon anno anche a te.
RispondiEliminaHo qualche ricordo (narrazioni a voce, ecc) personale che si intreccia con il tuo racconto, ma é ininfluente a fronte della dignità delle tue parole!
RispondiEliminaho letto anche i post precedenti, cara Sandra, commoventi!
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